Stato della riforma e rassegna stampa sull’argomento
La versione della legge di stabilità approvata dal Senato il 30 novembre e dal 4 dicembre alla Camera, in attesa di essere discussa, non comprende la modifica per la “tassa airbnb” dal 21% al 10%, né la nuova cedolare secca proposta per le locazioni commerciali delle botteghe dei centri storici. I relativi emendamenti non sono stati approvati.
Ma il tema della cedolare secca è stato al centro del dibattito nelle ultime settimane: riepiloghiamo le ultime dichiarazioni e i numerosi provvedimenti, fra cui la Legge di Stabilità approvata dalla Camera, e la pronuncia dell’Antitrust e l’ordinanza del TAR di Airbnb, di grande interesse, che pertanto rendiamo disponibili in versione integrale (v.link di seguito). *
4 dicembre
Legge di Stabilità alla Camera
La Legge di Stabilità è dal 4 dicembre all’esame della Camera. Il Disegno di
Legge, ora divenuto Atto della Camera n. 4768, contiene la proroga biennale per
il 2018-2019 all’aliquota agevolata del 10% per gli affitti a canone concordato
(3+2 anni) e i contratti transitori brevi (da 1 a 18 mesi) a canone concordato.
Della Legge di Stabilità non fa parte la riduzione di aliquota della cedolare
secca per B&B, Case Vacanze e Affitti Turistici, che potrebbe essere
riproposta alla Camera, anche se ciò è poco probabile. Un’altra miniriforma non
approvata è la proposta di estensione della cedolare secca a locali (negozi,
bar e botteghe artigiane) nei centri storici e sfitti da due anni, con una
cedolare secca al 15% per favorirne la riapertura.
Ora la Legge di Stabilità dovrà essere approvata dalla Camera.
Monitoreremo l’iter della manovra finanziaria per gli aspetti di interesse dei proprietari di immobili.
1 dicembre
ConfAssociazioni: governo dimentica comparto immobiliare in Legge Stabilità
“La proroga di due anni della cedolare secca al 10% per i canoni
concordati non soddisfa le associazioni del comparto Real Estate. Come è
possibile – domanda – pensare di poter prorogare solo per due anni una
condizione di favore su contratti di durata quinquennale? Dopo aver ulteriormente
danneggiato gli operatori del comparto – denuncia in una nota Paolo
Righi, presidente di ConfAssociazioni immobiliare – imponendogli di
diventare sostituti d’imposta in caso di riscossione dei canoni sulle
locazioni brevi e penalizzando di fatto il mercato delle locazioni
turistiche, ora si assiste all’ennesimo colpo inferto all’immobiliare.
Bocciando (inoltre) l’estensione della cedolare secca alle locazioni commerciali,
la Commissione Bilancio del Senato affossa ancora una volta il settore immobiliare”.
Siamo l’unico Paese in Europa che vede i prezzi dell’immobiliare ancora in calo,
mentre gli altri Stati possono vantare percentuali di aumento dei prezzi e
delle transazioni a due cifre” – conclude il Presidente Righi.
29 novembre
Fiaip: Politiche fiscali inadeguate
La Fiaip – Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali – lancia un
grido d’allarme con la sua nota: “Dopo il no dell’Antitrust alla cosiddetta
tassa Airbnb e lo slittamento al 2019 di una web tax che crea più danni
che utilità, e dopo che si è dimostrato che i provvedimenti in questione
danneggiano esclusivamente le imprese italiane, vogliamo sperare che il
Governo riveda le sue posizioni e lavori in Europa per armonizzare la pressione
fiscale e creare finalmente un mercato unico e trasparente” il presidente nazionale
Fiaip Gian Battista Baccarini continua: ”In attesa che ciò avvenga, auspichiamo
che nella legge di stabilità venga applicata la cedolare secca al 10% a
tutti i tipi di locazione e quindi anche alle locazioni brevi.
L’Italia ha bisogno di più impresa e meno tasse, in modo particolare per
il comparto immobiliare”.
26 novembre
Il plauso del Codacons alla pronuncia dell’Antitrust
La segnalazione dell’Antitrust (di seguito in questo documento) piace al
Codacons, che auspica una revisione urgente delle norme sugli affitti brevi,
minacciando in caso contrario “ricorsi anche in sede europea” per
l’annullamento della cedolare secca al 21% scattata lo scorso settembre. “La
sacrosanta lotta all’evasione – spiega il presidente dell’associazione
dei consumatori Carlo Rienzi – non può mai trasformarsi in un danno
per gli utenti dei
servizi, né può creare alterazioni della concorrenza che si ripercuotono sui
consumatori finali”.
24 novembre
L’Antitrust boccia la tassa Airbnb: “Danneggia la concorrenza”
Il Garante per la libera concorrenza entra con decisione nel dibattito sulla
“tassa Airbnb”, il nuovo obbligo per gli intermediari degli affitti
turistici, digitali e non, di raccogliere le tasse (al 21%) per conto dei
proprietari di casa e versarle al Fisco. E in una segnalazione appena inviata a
Ministero dell’Economia, Agenzia delle Entrate e Parlamento, boccia l’impostazione
scelta dal governo.
La norma inserita nella “manovrina” della scorsa primavera, e
diventata operativa da settembre, introduce secondo l’Antitrust degli obblighi
“non proporzionati” per chi, puntando come Airbnb sui
pagamenti digitali, si ritroverebbe a dover agire da sostituto di imposta:
“Un unicum nel panorama europeo“.
Il documento del Garante segna quindi un punto a favore di Airbnb, che fino ad
oggi, a differenza di altri intermediari digitali e degli agenti immobiliari
offline, non sta raccogliendo la cedolare.
Che la norma danneggi la concorrenza, era anche l’argomento centrale del
ricorso presentato dalla multinazionale al TAR del Lazio, respinto (e
disponibile in versione integrale di seguito in questo documento), in cui ne chiedeva
la sospensione. E invece l’Antitrust, sollecitato sul tema proprio da Airbnb,
sembra darle ragione. La norma, scrive l’Autorità, colpisce “principalmente
gli operatori che hanno adottato un modello imprenditoriale
caratterizzato da un maggiore ricorso ai sistemi di pagamento digitali“.
Non si fanno nomi, ma è chiaro che la differenza è tra chi come Airbnb consente
di pagare l’affitto solo in forma elettronica, ricadendo quindi nell’obbligo di
agire da sostituto di imposta, e chi invece come Booking permette anche di saldare
in contanti, dribblando il vincolo di legge. Che avrebbe quindi secondo
l’Autorità l’effetto perverso di scoraggiare i pagamenti digitali, quelli che
offrono anche maggiori garanzie al consumatore.
Non è la prima volta che l’Antitrust si schiera a fianco della multinazionale
dell’ospitalità.
Nel 2015 per esempio il Garante ha fatto ricorso contro la legge della Regione
Lazio che metteva dei vincoli eccessivi agli affitti turistici non
professionali, ottenendone l’annullamento.
In questo caso però la segnalazione dell’Antitrust non è vincolante, e rischia
di restare lettera morta.
A questo link il parere in versione
integrale dell’Antitrust
23 novembre
Sunia contro la cedolare secca al 10% per gli affitti turistici in legge
stabilità
Dichiarazione di Daniele Barbieri, Segretario Generale del SUNIA (organizzazione
degli inquilini privati e degli assegnatari di edilizia pubblica): “Se il
contrasto all’evasione fiscale si fa abbassando le tasse sulle rendite,
i lavoratori dipendenti continueranno a pagarle per tutti. Ricordiamo ai
paladini di questa ingegnosa proposta che già la cedolare al 21% prevista
dalla manovra correttiva di giugno è un vantaggio secco per la proprietà prima
assoggettata alla tassazione Irpef. Ridurla ulteriormente prevedendo un
vantaggio, peraltro molto dubbio sotto il profilo costituzionale, solo a
chi utilizza le piattaforme di multinazionali come Airbnb”.
E sull’equiparazione di aliquota al 10% fra B&B e Canone Concordato,
ora tramontata nella versione della Legge di Stabilità uscita dal Senato, Barbieri
critica: “Perché si dovrebbe affittare ad un canone più basso di
quello di mercato quando si può tranquillamente affittare per brevi
periodi a canoni molto più alti pagando la stessa tassa?”
18 novembre
Federalberghi contro la cedolare secca al 10% per locazioni brevi
Durissimo il comunicato Stampa di Federalberghi: “La proposta di
ridurre la tassazione sulle locazioni brevi genera gravi danni, sia per
le imprese che rispettano le regole e pagano le imposte, sia per i
cittadini alla ricerca di una casa in affitto. Chiediamo a chi l’ha presentata
di ritirarla e ci appelliamo a tutti i componenti il Parlamento affinché, nel
caso in cui venga messa al voto, la respingano senza esitazione.
L’aliquota del 10% nacque con una finalità sociale, per favorire la
stipula di contratti di affitto a canone concordato e ridurre le
tensioni sul mercato dell’edilizia residenziale. Estendere l’incentivo alle
locazioni turistiche comporterà l’effetto opposto e promuoverà
l’espulsione delle famiglie dai centri storici. Inoltre, non si
comprende quale sia la logica che porti a premiare soggetti che operano
al di fuori di ogni regola, spesso gestendo centinaia di alloggi. Il carico fiscalecontributivo
che grava su un’impresa italiana di medie dimensioni, secondo la Corte dei Conti,
è pari al 64,8%, venticinque punti percentuali in più della media Ue. In un
paese normale, la discussione sulla legge di bilancio metterebbe al
centro la riduzione delle imposte che gravano su chi lavora nel rispetto
delle regole, senza lasciare nessuno spazio a proposte offensive e
surreali che strizzano l’occhio agli abusivi e evasori“.
18 Ottobre
Il TAR contro Airbnb: non sospende la tassa sugli affitti brevi
Uno dei tentativi di Airbnb di sfuggire alla raccolta della tassa sugli affitti
brevi non va a buon fine: il TAR del Lazio dice no alla sospensione della
trattenuta, respingendo con ordinanza le richieste cautelari fatte da Airbnb
Ireland Unlimited Company e Airbnb Payments Uk Limited.
La cosiddetta norma “Airbnb” obbliga gli intermediari degli affitti
turistici a raccogliere le tasse dovute dai proprietari e a girarle al Fisco: è
diventata ufficialmente operativa dal 16 ottobre scorso. Da quel giorno le
piattaforme, digitali e non, devono versare all’erario le prime somme, relative
alle locazioni del mese di settembre. La stessa Airbnb ha fatto sapere che non
avrebbe rispettato l’obbligo, per altro già rimandato rispetto alla scadenza di
metà estate. Secondo i californiani il vincolo è tecnicamente non rispettabile
e soprattutto lesivo della concorrenza, come aveva argomentato nel ricorso
contro la legge al TAR e in un esposto all’Antitrust.
Eppure proprio il TAR si è espresso sul dispositivo introdotto nella manovra
correttiva di primavera. Il giudice amministrativo, pur riservandosi di approfondire
alcune questioni di rilevanza anche comunitaria, ha avuto modo di chiarire che
le misure in contestazione “non si palesano discriminatorie
laddove esse ragionevolmente si applicano, per la parte relativa agli
obblighi di versamento, solo agli intermediari che intervengono nel pagamento
del canone di locazione“. Inoltre, sul piano della comparazione
tra i diversi interessi pubblici e privati coinvolti “appare comunque
prevalente l’interesse pubblico al mantenimento degli effetti del
provvedimento in esame, al quale peraltro gli altri operatori del mercato si
sono già adeguati“.
Ora Airbnb rischia di andare incontro a sanzioni consistenti, fino al 20% delle
somme nel caso di omessa trattenuta. Intanto Airbnb ha fatto sapere “di
dover valutare, a nostra tutela e in ragione dei motivi di urgenza,
l’opportunità di portare il caso all’attenzione del Consiglio di Stato”.
A questo link l’ordinanza del TAR
del Lazio in versione integrale
Roma, 6/12/2017
* I testi sono in parte tratti da vari siti di news ed economia in rete e sono qui raccolti, adattati e pubblicati per offrire ampia e pluralistica informazione sull’argomento.